Ehi tu! Sì dico a te. Qui si spacciano libri, mica robaccia. Pagamento? Baratto: consigli per altri consigli, idee per idee. E alla fine, nessuno sarà lo stesso di quando è arrivato.

martedì 12 aprile 2016

Il sapore dei libri #2 - Emily Bronte

Emily Bronte e i sapori dello Yorkshire

Eccoci: pronti per il secondo appuntamento della rubrica Il Sapore dei Libri!
Emily Bronte (Thornton, 30 luglio 1818 - Haworth, 19 dicembre 1848) è la seconda delle tre sorelle Bronte, e anche lei, come le altre, ha pubblicato sotto pseudonimo (caratteristica comune anche a Charles Bukowski, autore scelto per il primo appuntamento della rubrica), optando per il nome di Ellis Bell. Ma è anche la quinta di sei figli dei coniugi Bronte, dettaglio che voglio sottolineare perché la sua vena letteraria sembra nascere assieme a quella dei fratelli tramite un gioco, il "facciamo finta di avere ciascuno un'isola". Trovo meraviglioso scoprire dettagli simili nella vita di autori che hanno segnato il cammino letterario dei posteri, mi emoziona soprattutto conoscere come giochi e ambienti familiari o esperienze di vita abbiano lasciato un'orma così vivida nella formazione di simili autori.
Per parlarvi dello stile della Bronte nella sua opera più famosa, "Cime tempestose" (Wuthering Heights, in inglese, il cui suono in questo caso mi sembra più appropriato al vorticoso vento della brughiera) inizierò con una citazione di Virginia Woolf a proposito di questo romanzo: 

Cime tempestose è un libro più difficile da capire di Jane Eyre, perché Emily era più poeta di Charlotte. Scrivendo, Charlotte diceva con eloquenza e splendore e passione "io amo", "io odio", "io soffro". La sua esperienza, anche se più intensa, è allo stesso livello della nostra. Ma non c'è "io" in Cime tempestose. Non ci sono istitutrici. Non ci sono padroni. C'è amore, ma non è l'amore tra uomini e donne. Emily si ispirava a una concezione più generale. L'impulso che la spingeva a creare non erano le sue proprie sofferenze e offese. Rivolgeva lo sguardo a un mondo spaccato in due da un gigantesco disordine e sentiva in sé la facoltà di riunirlo in un libro. [...]  Il suo è il più raro dei doni. Sapeva liberare la vita dalla sua dipendenza dai fatti: con pochi tocchi indicare lo spirito di una faccia che non aveva più bisogno di un corpo; parlando della brughiera far parlare il vento e ruggire il tuono.

"Far parlare il vento e ruggire il tuono".
A parte la line assolutamente poetica, vorrei focalizzarmi proprio su questo. Cime tempestose è un romanzo controverso, perché il contrasto è palpabile. C'è quello che si prova, ci sono i tormenti dell'animo esagitato, e c'è la necessità di agire in un determinato modo, combattendo contro la pulsione interna all'amore e alla felicità. 
Il mondo attorno, la Tempestosa soprattutto, parla, fa da sfondo alla vicenda e risuona come l'eco di fantasmi erranti. Fantasmi, sì, perché la superstizione, il mistero e il brivido non mancano, seppur poetici e non horrorifici. Il romanzo potrebbe perfino rientrare nella letteratura gotica.
Quello tra Catherine e Heathcliff è un amore nero, tormentato, passionale, senza via di fuga che non sia la vendetta e l'eternità di tormenti che, seppur in modo violento, li lega anche dopo la morte.
Siamo davanti ad un romanzo violento. Poetico, certo, ma pieno di rabbia e forza, di un amore inespresso e che si sfoga sulla vita circostante. Un vento che ulula tra i fili d'erba e le chiome degli alberi, e si abbatte con la potenza di un uragano su chiunque provi a fermare la sua corsa.
Lo stile è nero, furioso e intenso. Soprattutto, eterno.

Il romanzo consigliato: naturalmente, Cime Tempestose. Di cui vi riporto la trama:

La citazione
È difficile da spiegare. Ma certo tu hai, tutti hanno idea che ci deve essere, fuori di noi, un'esistenza che è ancora la nostra. A che scopo esisterei, se fossi contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati i dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti fin dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di non farne più parte. Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo trasformerà, ne sono sicura, come l'inverno trasforma le piante. Ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce nascoste ed immutabili; dà poca gioia apparente ma è necessario. Nelly, io sono Heatchliff! Egli è stato sempre, sempre nel mio spirito: ma come un piacere, allo stesso modo ch'io non sono sempre un piacere per me stessa,  ma come il mio proprio essere. Così, non parlar più di separazione: ciò è impossibile.
(Vorrei riportare uno dei brani finali che trovo oltremodo splendido, ma non voglio togliervi il gusto di leggerlo durante il romanzo stesso, se ancora non lo avete fatto. Ma vi assicuro: leggetelo, ne varrà la pena!)

Creare un connubio tra un romanzo un po' gotico, complesso e un cibo non è compito semplice. Ma con Chiara e le sue ciliegine rosse e polpette piccanti tutto è possibile! =D

Dopo una partenza con del pane nero di segale, abbiamo virato su degli Yorkshire Pudding, non solo per l'ambientazione, ma anche per il contrasto di colori. Gustiamoli insieme!

domenica 10 aprile 2016

Marzo #3


Il post di Marzo arriva con 10 giorni di ritardo. Il primo volume delle Novelle per un anno di Pirandello è fisicamente ingombrante da portare con me, che nell'ultimo periodo sono sempre fuori casa. Leggere le novelle non mi è sempre possibile e quindi poi sono costretta a recuperare in una domenica come questa.
L'importante è andare avanti però, e apprezzare quello che uno dei più geniali autori italiani ci ha lasciato.

Le nuove novelle lette sono:
1. Il vecchio Dio
2. Con altri occhi
3. E due!
4. Marsina stretta
5. Gioventù
6. Lontano
7. La berretta di Padova
8. Il figlio cambiato
9. Tanino e Tanotto
10. Il dovere del medico
11. Alla zappa
12. Corvo, 77- Asino, 23, Caduta, 80
13. Amicissimi
14. Al valor civile
15. Concorso per referendario al Consiglio di Stato
16. "In corpore vili"
17. Quand'ero matto
18. Un'altra allodola
19. Come gemelle
20. La balia

LA PREFERITA DEL MESE
Questo mese vi parlo di una novella strana, inaspettata, da far sgranare gli occhi. Si tratta di Alla zappa. La storia, in sintesi, è quella di un prete pedofilo, allontanato dalla sua parrocchia e poi perdonato dalla Chiesa, ma non dal padre. La prospettiva della narrazione infatti è proprio quella di quest'ultimo, avvilito e furente per l'orrore commesso dal figlio. Il "turpe delitto sui poveri piccini affidati alle sue cure in quell'orfanotrofio" non viene spiegato oltre, rimane così però, sospeso, una macchia, un'onta sulla famiglia e soprattutto sull'onore del padre, uomo devoto a Dio e alla terra. L'incontro tra padre e figlio è vivido di forza e ira. Non è più un prete, non è più un uomo, si tratta solo di un figlio davanti al padre, che non può che ubbidire e subire la collera che gli piove addosso, l'amara consapevolezza di non essere più degno nemmeno di prendere la zappa tra le mani e lavorare tra i campi.
Si tratta di un quadro in cui LP dipinge la vita onesta e la dignità della gente, dei padri e dei contadini, in cui tocca un argomento spinoso come la pedofilia nel contesto ecclesiastico erigendo a sommo giudice non il Monsignore, ma il padre del colpevole. Lui solo.
Ho trovato un link in cui è presente il testo integrale della novella e ve lo lascio, invitandovi a leggerla e a dirmi cosa ne pensate: Alla zappa - testo completo.

Altre...
Se volete novelle per farvi sorridere: Al valor civile e il Dovere del medico. Ma devo nominare anche una novella lunghina ma molto bella dal titolo Lontano: un marinaio sperduto giunge da un'altra terra fino in Sicilia, non sa parlare, non sa comportarsi, non sa nulla del luogo in cui viene riportato in salute dopo un lungo periodo in fin di vita. Isolato da ciò che lo circonda, in una realtà che non conosce, inizierà a trovare un punto di incontro con la sua giovane infermiera. Ma in una società in cui il comportamento sembra dover sempre rientrare in un casellario già stabilito, lui, il forestiero, l'estraneo, non sa trovare collocazione. Disperato vive una vita che non conosce.

Tematiche ricorrenti
Noto sempre di più che un tema che appassiona particolarmente LP (che ovviamente sta per Luigi Pirandello, un po' come in un libro universitario sono stata bombardata di JP al posto di Jean Piaget) è il tradimento, la possibilità ovvero che il o la compagna della propria vita finisca con l'amare qualcun altro. Come in Con altri occhi in cui il dubbio del tradimento conservato nel cuore per la ex moglie si insinua con il ritrovamento di una vecchia fotografia; in Quando ero matto... dove il protagonista racconta delle sue stramberie una volta rinsavito dalla follia che lo ha dominato per anni, al punto di perdonare il tradimento della moglie senza troppo rancore (una novella che consiglio di leggere, sarà impossibile non mantenere tutto il tempo sulle labbra un sorriso nell'accorgersi di quanto la "follia" non sia altro che sentire con il proprio animo più che lasciarsi condurre dalle convenzioni della società), o in Gemelle dove la doppia relazione del protagonista con la moglie e l'amante sembra a dir poco normale.

I classici
Marsina stretta e La berretta di Padova sono due novelle "classiche" di Pirandello, quelle che di solito, per intenderci, si trovano nelle antologie scolastiche. Se non vi è ancora capitato di leggerle, vi consiglio in particolar modo la prima. Ironica, divertente, appassionata, in pieno stile pirandelliano.

Chicche
"Biografia del figlio cambiato" è il titolo di un saggio di Andrea Camilleri in cui racconta la vita di LP, con una certa voce in capitolo tra l'altro, considerando che i due non solo sono imparentati, ma che lo stile ironico in una lingua di fusione tra italiano e siciliano accomuna i due autori.
(Nel video minuto 1.50 Camilleri racconta il suo primo e ultimo incontro con Pirandello. Un racconto che mi fa venire sempre la pelle d'oca. *___* )

Revisioni
Questo mese tra le novelle scritte tra il 1884 e il 1904 mi sono capitate anche due revisioni: In corpore vili (o nella precedente versione Ravanà (tra una messa e l'altra) e Un'altra allodola (ovvero come scontrarsi contro la realtà sognata e rimanerne delusi).