Ehi tu! Sì dico a te. Qui si spacciano libri, mica robaccia. Pagamento? Baratto: consigli per altri consigli, idee per idee. E alla fine, nessuno sarà lo stesso di quando è arrivato.

lunedì 29 febbraio 2016

Febbraio #2

Pirandello regala un ventaglio di personaggi e di scenari, spingendo il lettore al confronto con la vita vera, quella che si cela dietro la faccia-facciata che ciascuno di noi porta sul volto ogni giorno. Quali pensieri si nascondono dietro un sorriso? Quali paure albergano nel cuore di uomo o di una giovane fanciulla? Quali follie è spinto a commettere chi non vede altra salvezza?
  1. Il marito di mia moglie
  2. Un invito a tavola
  3. Un’altra allodola
  4. La paura
  5. “Vexilla regis…”
  6. Il giardinetto lassù
  7. Pallottoline!
  8. Disdetta
  9. La scelta
  10. Padron Dio
  11. Dono della Vergine Maria
  12. Salvazione
  13. Alberi cittadini
  14. Lumìe di Sicilia
  15. Prima notte
  16. La levata del sole
  17. Nenia
  18. Il vitalizio
  19. Prudenza
  20. Notizie del mondo

Questo mese per me è stato segnato dal lutto, dalla perdita di un pilastro che ha lasciato un calco nella mia vita, e credo sia inevitabile che quando si verificano eventi del genere ciascuno di noi sia portato a riviverli e rileggerli in ogni aspetto della propria quotidianità. Ho rivisto l’ultimo saluto, l’abbandono, la fine di una vita, anche in queste pagine pirandelliane, che soprattutto in alcuni momenti, mi sono parse forse perfino più malinconiche di quanto avesse avuto intenzione l'autore. Ma si sa, ciascuno legge il mondo esterno con il potente filtro del proprio mondo interiore.
Ecco spiegato allora perché quelle di questo mese saranno più che altro riflessioni sulla perdita e sul vivere fino all’ultimo istante gli affetti che ci circondano.

LE PREFERITE DEL MESE
Ottenute l'elemosina in natura, si allontanava; e, andando, riconosceva qua e là per la campagna gli alberi che avrebbero dovuto esser suoi: suoi, perché quell'ulivo, quel ciliegio, quel nespolo, quel melograno erano nati per lui che tant'anni addietro, passando, aveva scavato e buttato il seme alla terra; e la terra, ecco, gli aveva dato l'albero; lo aveva dato a lui... Perché la terra sa forse a chi appartenga?
Mi sono innamorata di questa citazione, soprattutto della sua conclusione, tratta da Padron Dio. Avete mai provato a piantare un albero, ad attendere che cresca? In questa novella si sente tutta la meravigliosa magia della rinascita, della capacità di donare vita che possiede la terra, ignara del suo padrone, che risponde solo alla vita con altra vita. 
Quelle di questo mese sono storie che riguardano la vita nei campi, il lavoro della terra, il desiderio di morte e di abbandono che si trasformano in occasioni di riscoperta, anche solo per veder sorgere la propria prima alba.
Un'altra novella che vi consiglio di leggere è Il giardinetto lassù – un anziano signore non riesce più ad uscire di casa, vive seduto sulla sua poltrona, incapace ormai di reggersi sulle proprie gambe e piegare il corpo nella rincorsa necessaria per scavare e lavorare la terra. La sua gioia si condensa in un unico spiraglio di aria aperta, di vita dei campi, che riesce a scorgere guardando dalla sua finestra: ecco infatti che su un terrazzo vicino si eleva un bellissimo albero, forte, alto, robusto, fiorito. Un albero in cui si concentrano le speranze di una vita, attraverso cui è possibile rievocare memorie di un sé più robusto e vitale, un sé in grado di affrontare le perturbazioni dell’ambiente e superarle. Ma quando anche quell’albero viene fatto crollare sotto il peso di un’altra dimora l’uomo crolla nella più tetra disperazione. Sono nuove vite quelle che si erigono fiere sopra un residuo di vita passate, ignorando ciò che già c’era, dimenticando i segni delle precedenti generazioni. Sarà solo la speranza di creare un piccolo giardino al Campo Santo che porterà l’anziano a vivere quegli ultimi giorni come una promessa di eternità, la consapevolezza forse che lasciare un segno su questa terra possa essere l’unico vero modo di diventare immortali.
Questa stessa speranza è quella che spero di aver lasciato, negli ultimi momenti, a mia nonna. Questa è la mia visione di immortalità.

Indicazioni utili: Il protagonista de "Il giardinetto lassù" viene ripreso con una delicatezza e malinconia anche ne "Alberi cittatini", uno scorcio di vita all'interno dei centri abitati. Leggetele entrambe, in quest'ordine.
Dalle finestre delle case i bambini assistevano sorridendo, stordii, a quel passerajo fitto, continuo, assordante. Talvolta un vecchietto si affacciava alla finestra e batteva due volte le mani: allora, d'un tratto, come per incanto, tutto l'albero taceva, esanime. 
Espressioni gergali:
... Le donne provavano ora per lui un curioso sentimento, che un po' le irritava sotto sotto, e un po' le faceva sorridere di nascosto [...]. Nessuna punta di spregio in quel sentimento, chè anzi erano disposte a riconoscergli una certa furberia per aver dimostrato di comprendere ciò che di solito la cara minchionaggine degli uomini non comprende: che, cioè, quello che esse danno, e che per gli uomini è tanto (tanto che perfino ci fanno le pazzie), per loro è meno che niente, anzi il loro stesso piacere. 

sabato 20 febbraio 2016

Almost Blue - Carlo Lucarelli

TITOLO: Almost Blue
AUTORE: Carlo Lucarelli

TRAMA
Nessuno vuole ammetterlo ma a Bologna c’è un assassino seriale: è l’Iguana, che assume di volta in volta l’identità delle sue vittime, per sfuggire alle “campane dell’Inferno” che gli risuonano nelle orecchie. Tocca a Grazia cercare di prenderlo, e più delle sofisticate tecnologie che usa, le servirà l’intuito e la capacità di ascolto di Simone, cieco dalla nascita. Mentre cacciatore e preda si scambiano continuamente i ruoli, vediamo la scena ora con gli occhi attenti e ansiosi di Grazia, ora con lo sguardo febbricitante e doloroso dell’Iguana, o la percepiamo come un concerto di suoni e voci, un complicato e fantastico arabesco mentale, quando la soggettiva è di Simone. E la città che così prende forma sotto i nostri occhi, fitto reticolo di trame e ossessioni, è insieme la sorprendente megalopoli italiana che si stende su tutta l’Emilia, e anche il teatro magico dove tutte le storie possono accadere.
Un thriller nervoso e impeccabile, una storia d’amore e di solitudine, una scrittura che sa dosare tensione emotiva e colpi di scena: il romanzo più maturo di un maestro del nuovo noir italiano, che Alessandro Baricco ha indicato come uno dei più promettenti scrittori della sua generazione.

NELLA CITTÀ CHE NON È COME LE ALTRE CITTÀ

Questa città, le aveva detto Matera, non è come le altre città. Perché non è soltanto grande, è anche complicata. E contraddittoria. Se la guardi così, camminandoci dentro, Bologna sembra tutta portici e piazze ma se ci vai sopra con un elicottero è verde come una foresta per i cortili interni delle case che da fuori non si vedono. E se ci vai sotto con una barca è piena d’acqua e di canali che sembra Venezia. Freddo polare d’inverno e caldo tropicale d’estate. […] Tortellini e satanisti. Questa città non è quello che sembra, ispettore, questa città ha sempre una metà nascosta.
Bologna ha una vita nascosta anche, una comunità che costituisce una città a parte, una realtà parallela: la città degli studenti. Fuorisede soprattutto, come me. Studenti che entrano ed escono da case sovraffollate a qualunque ora del giorno e della notte, che si ritrovano, che ridono, che studiano e che non destano sospetti qualunque cosa facciano, perché a Bologna un po’ tutto è concesso. In questa città parallela, la città Universitaria, si aggira l’Iguana.
Avrei voluto leggere “Almost Blue” tutto d’un fiato, in una giornata, massimo due, perché  è un libro breve, scorrevole, un giallo che va vissuto al ritmo della scoperta. Poi però, come spesso capita, la vita ha piani diversi per i nostri progetti, così ho concluso la lettura dopo una settimana ed è giunta l’ora di alcune rapide riflessioni.
La storia di per sé non è nulla di sorprendente, un assassino, un’agente di polizia, un testimone e una un po’ impacciata caccia all’uomo, ma ci sono delle chicche molto piacevoli. Tanto per dirne una, Lucarelli ha pensato bene di narrare la storia tramite cambi di prospettiva: abbiamo quella di Grazia, la poliziotta che lavora al caso (originaria della provincia di Lecce e trasferitasi a Bologna: sì, questa assonanza autobiografica mi è piaciuta!); poi quella di Simone, il ragazzo cieco che è stato a suo modo testimone di uno degli omicidi del serial killer; e infine la prospettiva dell’Iguana, l’assassino.
L’Iguana soffre di un evidente disturbo mentale, e non si limita ad uccidere le proprie vittime, se ne impossessa, cambiando pelle e forma, cercando di diventare come loro pur di non essere se stesso.
Simone d’altra parte non può vedere il mondo, ma questo non gli impedisce certo di percepirlo. La sua descrizione della realtà è ciò che più ho apprezzato in questo libro. Simone sente il mondo tramite odori e colori, colori che non sono immagini come le nostre, ma che sono suoni. Il verde ad esempio è qualcosa che ha delle r, qualcosa di freddo, spiacevole. Il blu invece è caldo, avvolgente. Grazia è blu, quando la sente per caso tramite lo scanner con cui ispeziona la città di Bologna, uscendo tra la gente pur rimanendo confinato nella sua mansarda.
A parte l’Iguana non credo che i personaggi siano molto ben costruiti e alcuni passaggi sono un po’ lasciati al caso, quasi vi sia poca concretezza. Anche nella trama si accenna ad una storia d’amore, non faccio spoiler anche se è facilmente intuibile, però vi posso assicurare che questo fantomatico amore è del tutto casuale e improvvisato. Se non ai fini di arricchire la trama non ha nessun senso a livello dei personaggi (o forse solo unidirezionalmente). Dell’Iguana invece veniamo a conoscere il passato e le possibili origini del suo delirio, finiamo con il comprendere le sue ragioni e la sua necessità di sfuggire alle campane dell’Inferno che gli martellano in testa.
Nel complesso credo valga la pena leggerlo solo per le descrizioni di Simone, ovvero di come si può conoscere la realtà attraverso una sensibilità ben diversa da ciò che solitamente usiamo per muoverci nel mondo.
Infine vi lascio il link ad Almost Blue, il brano di Chet Baker, così Blu, così caldo, sul quale si muove questo romanzo e sulle cui note ho scritto queste parole.



P.S. Ogni tanto queste postille finali sono necessarie per le annotazioni extra. Se avete una copia Einaudi andate a pagina 57, se non avete questa edizione cercate la descrizione (iniziale) di una foto che Grazia vede tornata a casa. Ho riletto questo brano varie volte, e confermo: mi sembra sempre molto brutto! Non per la foto, ma proprio per lo stile adottato. Unico neo nella narrazione per fortuna.

P.P.S Le foto sono realizzate davvero a Bologna, all'ombra dei portici sotto i quali passo tutti i giorni. La chicca aggiuntiva è stata trovare tre agenti di polizia, di cui una donna, proprio mentre scattavo la foto!

lunedì 15 febbraio 2016

Iniziare con... Hermann Hesse

INIZIARE CON …
HERMANN HESSE


Oggi parliamo di una questione che mi anima particolarmente: il caso di Siddharta ed Hermann Hesse. I lettori che si sono cimentati con questo autore per la maggior parte hanno letto il classico tanto pubblicizzato ed esaltato “Siddharta”. Un bel libro, sicuramente, ma a mio personale avviso non il migliore di Hesse. Magari un’altra volta vi spiegherò il perché di questa opinione e cosa invece adoro di questo autore, ma per ora vi dico che NON consiglio Siddharta per iniziare con Hesse, ma altri tre romanzi così meravigliosi da far venire le lacrime.


1. Narciso e Boccadoro – lo spirito di Hesse

L’amicizia è il collante tra due figure apparentemente differenti: Narciso, pacato e riflessivo, impegnato nella sua brillante carriera religiosa, che vive una vita monastica al riparo dal mondo reale; e Boccadoro, un artista geniale, che viaggia per il mondo, ammaliato dalla bellezza, alla ricerca del volto della Donna per eccellenza, rapito perdutamente dalla vita, nella sua caducità e nel suo incanto.
Un incontro tra spirito e corpo, tra le incarnazioni di Dioniso e Apollo, tra due realtà che possono sembrare opposte ma che si fondono nella ricerca di un senso più vivo e profondo della propria esistenza.
"Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come non si avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra méta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparar a vedere ed a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento." 

2.  Il lupo della steppa – solo per pazzi

Ho amato Narciso e Boccadoro, ma Il lupo della steppa rimarrà per me un capolavoro indiscusso, un libro che apre le porte dell’animo più tormentato e permette di precipitare in un’esistenza di realtà, di vita, di deliri e amori. Come altri romanzi di Hesse ha la brillantezza dell’oro e la consistenza del suo bagliore. Viene voglia di allungare la mano per poter toccare un simile splendore, ma quando ci si avvicina troppo si cade come nella tana del Bianconiglio e si finisce nel labirinto confusionario della nostra anima.
Il protagonista è uno spirito sensibile, alla ricerca del sublime, che fa fatica a vivere nel mondo reale, tra la gente, fa fatica perfino a prendersi cura di sé come essere umano in carne ed ossa, finché l’incontro con Erminia non lo travolge con forza e viene sospinto del Teatro solo per pazzi che rappresenta il vero nodo cruciale della trama. Sulle vicende aleggia un libretto, divorato con foga e trovato per caso, “Il lupo della steppa”.
“Per poter arrivare a questo scopo o poter addirittura tentare il balzo nell’universo, questo lupo della steppa dovrebbe trovarsi una volta di fronte a se stesso, dovrebbe vedere il caos nella propria anima e arrivare finalmente ad una perfetta coscienza di sé. Gli si rivelerebbero allora la sua esistenza problematica in tutta la sua immutabilità e non gli sarebbe più possibile rifugiarsi continuamente dall’inferno degli istinti nelle consolazioni sentimentali e filosofiche e da queste ancora nella cieca ebbrezza della natura lupina. Uomo e lupo sarebbero costretti a riconoscersi a vicenda senza false maschere sentimentali, a guardarsi apertamente negli occhi. Allora o esploderebbero o si staccherebbero per sempre, sicché non ci sarebbe più il lupo della steppa, o concluderebbero alla luce dell’umorismo nascente un connubio di convivenza.”

3. Storie di vagabondaggio – per i viaggiatori

Vagabondo è Hermann Hesse, è Siddharta, è Boccadoro e il lupo della steppa. È una figura ricorrente, uno stile di vita. 
Sono amanti della natura, del paesaggio, di ogni albero, sentiero e nuvola incontrati lungo il cammino, ma soprattutto sono amanti del viaggio in sé, simbolo di ricerca e desiderio di conoscenza.
“Storie di vagabondaggio” è una raccolta di racconti:
·       Voglia di viaggiare
·         Vagabondaggio
·         Pellegrinaggio d’autunno
·         Knulp
che ho letto di volata durante un viaggio in treno, perfetto per l’occasione, ma sarebbe stato ancora meglio leggerlo durante un viaggio on the road o durante le soste di un’avventura in tenda. Ma a prescindere da dove lo si legga, è un libro che ti porta a viaggiare, a sentire i profumi del vento e della terra, a cogliere la bellezza della scoperta degli incontri, fugaci ed eterni. Una raccolta non solo di racconti di viaggi, ma di ricordi.

Due persone possono andare d'accordissimo, parlare di tutto ed essere vicine. Ma le loro anime sono come fiori, ciascuno ha la sua radice in un determinato posto e nessuno può avvicinarsi troppo all'altro senza abbandonare la sua radice, cosa peraltro impossibile. I fiori effondano il loro profumo e spargono il loro seme perché vorrebbero avvicinarsi, ma il fiore non può fare niente perché il seme giunga nel posto giusto; tocca al vento che va e viene come vuole. (da Knulp, storie di un vagabondo).
Avete trovato il libro che fa per voi? Fatemi sapere!

domenica 7 febbraio 2016

La fotografa


Avrete notato (suppongo, credo, spero...) che le foto presenti su La Spaccialibri sono homemade, ma la vera domanda è; REALIZZATE DA CHI?
Dato che oggi è il suo compleanno, colgo l'occasione per ringraziarla e presentarvela, con questo post dedicato a lei del tutto a sorpresa (la scelta della foto iniziale - una di quelle stupide che ci si manda tra sorelle - fa capire quando lei sia del tutto all'oscuro della faccenda).
Si tratta, niente popò di meno che della mia sorellina (maggiore, ma è sempre sorellina!). Nonostante la distanza dei chilometri che ci separano, siamo sempre affiatate e questo progetto bloggheriano è un'occasione per divertirci assieme. Dalle Barbie ai blog librosi!

Cristina è un po' matta, estremamente dolce, sollecita e prodiga nell'aiutare gli altri, e se quell'altro è sua sorella poi non c'è spazio per i tentennamenti. Amante della fotografia, appassionata di libri, viaggiatrice musicale.

Ecco a voi il suo Profilo.

IDENTIKIT DELLA FOTOGRAFA
Nome: Cristina, Cri, Fanfullicchia, Crichi.
Età: 31, oggi!
Segni distintivi: occhi enormi, labbra carnose, il sorriso più ampio e brillante che si sia mai visto.
Genere letterario: romanzi che diano la speranza nella possibilità di trovare l'anima gemella (sì, siamo molto diverse, e non solo in fatto di libri).
Autore preferito: Nicholas Sparks.
Professione informale: "regalatrice" di libri compulsiva per la sottoscritta (quanto la adoro! *___*)
Genere musicale: bella musica, non è schizzinosa, ascolta qualunque cosa la faccia emozionare.
Fotografia: incuriosita da sempre da questo mondo, ha sempre provato a cimentarsi, poi l'anno scorso ha fatto un salto di qualità seguendo un corso di fotografia e ora eccola qui, che offre a voi e a me immagini librose per arricchire l'atmosfera.

Potete seguirla su Instagram, dove pubblica aggiornamenti e foto della Spaccialibri, oltre che foto per varie Challenge librose. La trovate sotto l'account di C_r.i_s.t_i.n_a (Cristina Scarano).

Detto ciò, BUON COMPLEANNO CRI! E grazie per tutto quello che fai per me. Un abbraccio, un bacio, un altro abbraccio, uno strapazzamento di coccole.

N.B. Perdonami Crichi per la prima foto, ma mi fa troppo ridere e rende bene la tua follia! XD